Armonizzazione Posturale.
Il metodo di Armonizzazione Posturale propone una
particolare attenzione, nellevento terapeutico in statica e in dinamica, alla
consapevolezza di sé, ai processi di sviluppo delle attitudini personali, agli
elementi della creatività e delle emozioni cui fa sempre più riferimento la
disciplina stessa. Le attività terapeutiche in lavoro individuale e di gruppo
contengono suggerimenti adatti a bambini, adulti.
La procedura e la sperimentazione attiva procedono di pari
passo e la maggior parte delle attività contiene suggerimenti per ulteriori
possibili sviluppi.
In questo metodo ci interessano particolarmente allaiuto
terapeutico da proporre a chi ha bisogno di lavorare sul miglioramento delle
potenzialità, particolarmente sulla utilizzazione del corpo campo neurotico che
per qualche motivo ha un disordine funzionale o un problema organico. Mi
riferisco a persone con esiti da cerebrolesioni correlati a difficoltà di
movimento e spesso a problemi di apprendimento (non solo scolastico) a persone
con difficoltà psicomotorie, con dimorfismi del rachide in particolare scoliosi
ed esiti di traumi osteo-articola-ri.
Potrebbe sembrare strano accomunare lattenzione terapeutica
sulle cerebrolesioni e sulle scoliosi: si tratta di riflettere che una persona
con una postura scorretta o una incoordinazione psicomotoria o una riduzione
della funzione per motivi organici si trova in una situazione di
-difficoltà a concepire unazione motoria o psicomotricità
-e\o a utilizzare gli strumenti adatti per portarla a
termine (performance)
-e\o a riconoscere la motivazione per intraprendere la
realizzazione.
Ciò investe le risorse dellintero essere nella sua
dimensione fisica, emotiva, razionale.
Lo schema posturale e di movimento di ciascuno fa riferimento
allimmagine del corpo. Precisiamo: non si tratta di quella che può essere data
dalla fotografia né quella rappresentazione sensibile,materializzata che
suscita per esempio il il toccare al momento della palpazione. Limmagine del
corpo in effetti è quella che ciascuno di noi si fa di sé, e più precisamente
il concetto integrato che ciascuno si fa di se stesso in quanto schema
corporeo, e che si manifesta nelle attitudini (vedi lucido).
Una immagine che sovente è differente da quella che sarebbe
una immagine perfettamente obiettiva. La prova ne è che talvolta ci troviamo
imbarazzati di fronte ad una nostra foto perché non corrisponde allidea
interiore che abbiamo della nostra silouhette, della nostra postura, della
nostra espressione mimica ecc.
Limmagine del corpo si riconosce per una serie di dettagli,
di apparenze, posture che indipendentemente dalla volontà del soggetto è in
aderenza a ciò che egli ha integrato di se stesso mostra agli altri. Per questo
motivo in un soggetto con scoliosi o altri problemi se si interviene favorendo
una immagine del corpo integrata cioè connessa con la reale possibilità
funzionale si modifica di pari passo la postura, la coordinazione motoria e le
altre attitudini proprie della dimensione fisica dello stesso individuo. E
poiché tale dimensione è nutrita dalle informazioni che il campo neuronico
riceve, ad ogni modifica somatica corrisponde una più ampia recezione di
informazioni provenienti da altri sensi come la visione, il tatto,
ludito,lolfatto, informazioni che a loro volta alimentano le emozioni e aiutano a definire il legame
tra ragione emozione e corpo.
Eun feed-beack che possiamo leggere e interpretare con
uno sguardo attento ai livelli di integrazione del campo neuronico: integratore
vestibolare, integratore ottico, integratore cocleare.(vedi lucidi)
Sostegno di questa lettura neurofisiologica sono le ricerche
di Autori contemporanei, tra cui MacLean che ha sviluppato una teoria del
cervello tri-unico: postula lesistenza di tre zone distinte del cervello umano
che si possono descrivere sul piano biologico, elettrico e chimico e si fondono
su schemi di sviluppo e di funzionamento evoluto. Queste regioni sono:
1) il
cervello rettile
2) il
cervello limbico o paleo-mammalien
3) il
neocortex o neomammalien
Il cervello rettile comprende il tronco cerebrale, il bulbo,
il ponte e il cervelletto.
Dal punto di vista dellevoluzione è la parte più antica del
cervello e si sviluppa tra la concezione e il quinto mese di vita intrauterina.
Il suo compito è lautoconservazione. Controlla lambiente attraverso i dati
sensoriali che arrivano, subito stimola il corpo perché possa reagire
fisicamente in modo tale da assicurare la sopravvivenza e la soddisfazione dei
bisogni primordiali. E lui che prende il comando quando siamo di fronte al
pericolo e allo stress: la sua risposta è di attacco\fuga. Se consideriamo, il
bebè apprende grazie a questo sistema il modo di far funzionare il suo corpo
per inserirsi nellambiente e procurarsi quello di cui ha bisogno. Le
sensazioni attraversano il tronco cerebrale per essere trasmesse al talamo, al
cervello limbico e al neocortex dove sono interpretate. Il cervello rettile
forma le prime reti neuronali che sono codificate attraverso le strutture
senso-motorie di base, a partire dalle quali, lungo tutta la nostra vita si
costruisce limmagine del corpo. I nervi compaiono nellembrione tre settimane
dopo la fertilizzazione dellovulo e cominciano immediatamente a legarsi tra di
loro. Queste reti neuronali in formazione hanno la loro origine nei miliardi di
neuroni del S. N. C. Dalla
nascita e nei primi 5 mesi di vita noi sviluppiamo 100 trilioni di reti
neurotiche che legano i nostri sensi ai nostri movimenti, cosa che ci permette
di comprender il mondo esteriore e di assicurare la nostra sicurezza. La prima
informazione importante è quella sulla gravità e sullo spostamento, sul
movimento dei movimenti dei muscoli e la loro posizione nello spazio: questa è
lazione del sistema vestibolare che gioca un ruolo straordinariamente
significativo nella coscienza che abbiamo del mondo e della nostra capacità di
comprendere e apprendere. (C. Hannaford)
E il primo sistema che si mielinizza entro il 4\5mese di
vita intrauterina e controlla il senso dellequilibrio sia statico che
dinamico,in particolare lorientamento della testa in rapporto alla gravità e a
movimenti come laccelerazione,larresto, la rotazione durante la marcia, il
salto, ecc.
Allintegratore vestibolare si aggiunge lintegratore ottico
che contribuisce al mantenimento dellequilibrio statico e dinamico in rapporto
alla gravità. La visione (C. Hannaford) è una funzione fisica è una funzione
fisica per eccelenza. Quando una persona esplora il mondo che la circonda gli
occhi e i muscoli oculari sono continuamente in movimento. Quando il corpo e la
testa si muovono il sistema vestibolare è attivo e i movimenti che hanno i
muscoli oculari per reagire cooperano e rinforzano la sua azione. Queste prime
esperienze che iniziano già nella vita intrauterina sono preziose per la futura
integrazione armoniosa della postura e del movimento.
Con lintegratore cocleare entra in funzione lo stimolo
sonoro. Le cellule della coclea, lorgano analizzatore del suono, rispondono a
vibrazioni specifiche, stimolando alcune terminazioni nervose particolari.
Lindividuo può, grazie allintegratore cocleare assorbire
il percetto engrammandolo, codificandolo acusticamente nella totalità del
sistema nervoso. Così vengono simbolicamente integrati i concetti spaziali e
temporali (avanti, indietro, alto, ecc.) necessari per una espressione corretta
della postura e del movimento.
Perché questo processo avvenga come linsieme di immagini e
di azioni traversano un filtro emozionale nel sistema limbico, che
determina il valore, la significazione e il potenziale di sopravvivenza alla
luce dellesperienza vissuta. Ciò determina la nostra visione del mondo e il
posto che vi occupiamo.
La considerazione della Mézierès nella individuazione
dellintervento terapeutico rivolto alla parte fisica posturale delluomo si
integra nel metodo di Armonizzazione posturale allaspetto globale, olistico
che da tempo ha superato il dualismo corpo-psiche operando in percorsi
transdisciplinari appoggiati sulle neuroscienze e sulle scienze umanistiche.
Lindividuo può, grazie allintegratore cocleare assorbire
il percetto engrammandolo, codificandolo acusticamente nella totalità del
sistema nervoso. Così vengono simbolicamente i concetti spaziali e temporali
(avanti, dietro, alto ecc) necessari per una espressione corretta della postura
e del movimento.
Perché questo processo avvenga con linsieme di immagini e
di azioni traversano un filtro emozionale nel sistema limbico, che
determina il valore, la significazione, e il potenziale di sopravvivenza alla
luce dellesperienza vissuta. Ciò determina la nostra visione del mondo e il
posto che vi occupiamo.
La considerazione della Mézières nella individuazione
dellintervento terapeutico rivolto alla parte fisica posturale delluomo si
integra nel metodo di Armonizzazione posturale allaspetto globale, solistico
che da tempo ha superato il dualismo corpo-psiche operando in percorsi
transdisciplinari appoggiati sulle neuroscienze e sulle scienze umanistiche.
In Armonizzazione posturale seguendo il modo particolare di
approccio di F. Mézières si propone un primo riferimento al modello morfologico
ideale che corrisponde ai rapporti delle proporzioni tra le varie parti del
corpo. Ogni differenza da questa descrizione indica una deformazione del corpo,
causata da contratture nella catena posteriore della muscolatura e nelle altre
catene individuabili. Tale deformazione si riflette in un disequilibrio globale
dellorganismo, apprezzabile particolarmente in alcune posture, quali per
esempio la postura eretta, e in ogni espressione funzionale quali landatura,
la corsa e in tutte le performances della vita quotidiana e sportiva. Tutto ciò
come già detto influisce sulla attitudine dellindividuo, particolarmente
sulla percezione dellimmagine del corpo. Armonizzazione posturale privilegia
la lettura emergente da questi dati e partendo da essi propone equilibrazioni
mirate in interventi terapeutici che possono essere realizzati in trattamenti
individuali e in incontri di gruppo.
Dott.ssa Agata Maria Cristina Iannuzzi