L'acqua ha da sempre avuto
una forte valenza aggregante nella storia della civiltà umana. Basti pensare ad
esempio ai fiumi che mettono in comunicazione città e paesi diversi o al mare
che bagnando varie nazioni, ha permesso scambi commerciali e culturali.
L'acqua in passato, soprattutto fra gli antichi Romani, ha avuto una grande
importanza sia in chiave edonistica che terapeutica; pensiamo alle Terme,
luoghi di cura ma anche di relazioni sociali. Per entrare nello specifico
dell'argomento che voglio trattare, bisogna considerare le proprietà fisiche
intrinseche che ha l'acqua. Allora ci renderemo conto che questo elemento può
entrare a pieno diritto, se necessario, nella costruzione di un adeguato
percorso riabilitativo di una persona diversamente abile, che abbia come
obiettivo, non solo il recupero di eventuali funzioni perse, ma in senso più
generale, il reinserimento in un normale contesto di vita sociale, fatto di
lavoro, di sport, di relazioni sociali e di attività ricreative. Se accettiamo
questa interpretazione del termine riabilitazione, noi Fisioterapisti dobbiamo
ammettere che il nostro intervento riabilitativo strettamente tecnico deve
essere considerato come una tappa ed un momento di questo iter riabilitativo.
Grazie ai
progressi della medicina le prospettive di vita di una persona che abbia subito
un trauma od un qualsivoglia insulto invalidante sono migliorate, ma è pure
vero che il numero di Persone diversamente abili vuoi perché politraumatizzate
o vittime di problemi vascolari, alla nascita o dopo, (esiti di lesioni
traumatiche midollari, esiti di Paralisi Cerebrale Infantile, Ictus, Traumi
Cranici, in generale di danni al Sistema Nervoso Centrale - SNC e/o Sistema
Nervoso Periferico - SNP ecc.) è sempre altissimo.
Questo fatto ci ha portato a considerare che nei confronti delle patologie più
invalidanti, bisognasse prospettare degli interventi riabilitativi più globali
che avessero in se anche l apporto di nuove discipline e metodi riabilitativi
come ad esempio l idrokinesiterapia
Con il
termine idrokinesiterapia si indica una terapia basata sul movimento (kinesi)
in acqua (idro). E' l'insieme delle tecniche di trattamento eseguite in acqua
riscaldata a fini terapeutici.
I
benefici dell'acqua
L'acqua
possiede importanti qualità fisiche:
galleggiamento (la spinta di Archimede)
la
pressione idrostatica
la
viscosità
Queste
agiscono rispettivamente sul carico, sul riassorbimento degli edemi, sul
rilassamento muscolare e sulla resistenza opposta ai movimenti del corpo.
La spinta
di Archimede rappresenta la differenza più importante tra l'ambiente acquatico
e quello terrestre in quanto permette di svolgere i movimenti con carico
parziale o nullo. La pressione esercitata dall'acqua agisce sul flusso
circolatorio linfatico favorendo la riduzione degli edemi. Una temperatura
superiore ai 30°C produce rilassamento muscolare, migliorando la circolazione
e, insieme allo stimolo pressorio, agisce sulla percezione del dolore
aumentandone la soglia. L'effetto della viscosità infine, influisce sulla
resistenza opposta dall'acqua ai movimenti. Il segmento spostato, quindi,
troverà una resistenza proporzionale all'accelerazione con la quale si muove.
I benefici
dati dall'acqua influiscono sui sistemi muscoloscheletrico, cardiovascolare,
nervoso e respiratorio.
Quando
viene consigliata l'idrokinesiterapia ?
L'idrokinesiterapia
è particolarmente raccomandata per le prime fasi di tutti i programmi
riabilitativi dopo interventi chirurgici e per la ripresa corretta dei
movimenti spontanei. Può essere associata al trattamento riabilitativo a secco
o utilizzata come trattamento unico; la rieducazione in acqua è particolarmente
indicata quando l'obiettivo riabilitativo sia svolgere esercizi in scarico
parziale o totale al fine di eseguire movimenti che a secco risulterebbero
difficili o impossibili da effettuare.
A
chi viene consigliata l'idrokinesiterapia ?
Le
patologie trattate nella piscina riabilitativa sono sia di tipo ortopedico che
neurologico. Nel primo caso il trattamento in acqua può essere iniziato in una
fase precoce evitando l'instaurarsi di complicanze date dall'immobilità
prolungata. Nel caso di patologie neurologiche il trattamento viene adattato in
relazione al paziente; il lavoro è mirato al miglioramento dell'equilibrio,
della coordinazione ed alla riduzione della spasticità.
Questa disciplina ha in sé una grande valenza
riabilitativa, sia nel campo strettamente fisioterapico che in quello sociale e
ricreativo. Lacqua rappresenta infatti un mezzo ideale, se si considera la
presenza di una parziale assenza di gravità, per poter far svolgere ad una
persona diversamente abile dei movimenti e degli esercizi terapeutici che
sarebbero impossibili, o comunque difficili, da eseguire fuori.
La riabilitazione in acqua, offre la possibilità di un recupero di schemi ed
immagini di movimento che, pur parzialmente evocabili dopo il trauma o la
malattia, non essendo stati più esercitati, sono stati persi, dimenticati.
Le persone con esiti gravi di PCI (Paralisi Cerebrali Infatili: cioè diparesi
spastica non deambulante, tetraparesi spastica, distonia, atassia, ecc) non
avendo mai avuto una immagine, un vissuto motorio corretto, avranno dalla
pratica dell idrokinesiterapia se loro possibile, diversi stimoli e finalità
in funzione del loro stato clinico.
Gli obiettivi più comuni in questi casi, sono il raggiungimento di uno stato di
rilassamento, il controllo del ritmo respiratorio, una nuova conoscenza del
proprio corpo in relazione ad un nuovo ambiente, la possibilità di finalizzare
le residue possibilità motorie, alla risoluzione di nuovi compiti e
richieste di apprendimento ed ancora ricevere da queste nuove esperienze degli
imput atti a migliorare le loro capacità psicofisiche.
Quindi ai danni motori di una lesione al Sistema Nervoso Centrale (SNC),
avremo spesso correlate, in particolare nelle lesioni midollari, una serie di
limitazioni funzionali causate da una atrofia da non uso. Tutto ciò, per
quanto riguarda lobiettivo del recupero motorio. L idrokinesiterapia,
rappresenta per un Riabilitatore un forte strumento terapeutico, poiché la
pratica di tale attività da parte di un paziente diversamente abile, ne
influenza positivamente:
1) lAPPARATO RESPIRATORIO:
attraverso esercizi di training respiratorio, di controllo della espirazione
appena sotto la superficie con presa di coscienza della quantità di aria
espirata, il reclutamento dei muscoli diaframmatici ed intercostali con
esercizi terapeutici specifici, etc, etc.
2) lAPPARATO LOCOMOTORE: Oltre a quello
già detto in relazione al recupero del movimento attraverso lesecuzione di
particolari esercizi terapeutici, alcuni dei quali riportati sulle fotografie
allegate, il raggiungimento della posizione verticale con appogio graduale
sulle ginocchia o sui piedi nei pazienti con lesione spinale, anche se non
percepito bene o affatto, permette un carico parziale sulle articolazioni,
soprattutto coxofemorale, che ostacola i processi di decalcificazione ossea,
senza sottoporre la persona a pericolosi lavori di carico totale ma,
principalmente, favorisce ove possibile la pratica di schemi di deambulazione
quanto più corretti senza la comparsa di atteggiamenti patologici di compenso.
Es: in relazione ai diversi livelli dellacqua, è favorita la possibilità di
flessione dellanca con limitata inclinazione del bacino.
3) lAPPARATO UROLOGICO: la possibilità
che offre lambiente acquatico e subacqueo di poter cambiare spesso e
velocemente posizione e passare ad esempio dal galleggiamento prono a quello
supino verso la posizione verticale e viceversa, influisce positivamente
attaverso un non sempre percepibile lavoro dei muscoli del torchio addominale,
ma volontario se non altro sullaspetto ideomotorio nelle lesioni spinali,
sulla minzione e la defecazione.
4) le AUTONOMIE nei trasferimenti da sedia a sedia e nei passaggi
posturali vengono rinforzate con degli esercizi terapeutici specifici che
sfruttano la facilitazione della parziale assenza di gravità ai vari livelli
dellacqua. Le abilità raggiunte vengono poi verificate fuori dallacqua ed
integrate con un adeguato addestramento in palestra.
5) lINTEGRAZIONE SOCIALE viene
maggiormente raggiunta proponendo un programma riabilitativo in un ambiente, la
piscina, che ha anche dei risvolti ricreativi. In tale contesto uno delle
finalità del programma riabilitativo, potrebbe essere la pratica di uno sport
acquatico, come il nuoto o perché no lattività subacquea con autorespiratore,
che da qualche anno grazie agli sforzi dellHSA Italia (Handicapped Scuba
Association) si sta diffondendo tra le persone diversamente abili.
Abbiamo fin qui parlato della riabilitazione in acqua come strumento di
supporto riabilitativo ai vari metodi di neuroriabilitazione in relazione agli
esiti delle diverse patologie.
Quando però ci troviamo, come fisioterapisti ad affrontare esiti di patologie
di traumatologica ortopedica, l'idrokinesiterapia diventa una modalità di
trattamento elettiva, spesso unica.
E' facile immaginare, come la possibilità di variare il carico, attraverso
l'uso dei vari livelli dell'acqua e il diverso volume degli ausili galleggianti
possa influire, assieme ad altri fattori come la velocità di esecuzione, la
resistenza ed il controllo propiocettivo, alla rimessa in carico (Approccio
Sequenziale e Propedeutico - A.S.P.), alla ripresa funzionale. Sempre in campo
ortopedico, si evidenzia sempre di più, l'utilità della riabilitazione in
acqua, nella sua componente più legata alla propiocettività, allo schema
corporeo, al rilassamento raggiungibile attraverso la respirazione in
determinati assetti, come supporto al trattamento delle scoliosi e delle algie
vertebrali in genere.
Potremmo
continuare ad elencare tutti i vantaggi fisici e terapeutici che offre la
pratica dellidrokinesiterapia, ma preferiamo sottolineare la grande importanza
in chiave funzionale e di valutazione che ha lacqua, nella progettazione di
un programma terapeutico.
Per indagare circa le effettive potenzialità residue di un paziente, è
indispensabile che queste vengano valutate a prescindere dallambiente in cui
si muove. Nel proporre un test muscolare o una sequenza di valutazione a
tappeto della capacità di compiere passaggi posturali, si corre il rischio di
sottovalutare queste funzionalità residue, causa la forza di gravità. Questo
fatto si manifesta, quando in acqua proponiamo ad un paziente leso spinale, per
esempio, una sequenza di passaggi posturali, più propiamente delle variazioni
di assetto idrostatico, ovviamente adattati allambiente in cui si opera,
lacqua, dove la parziale assenza di gravirà permette di enfatizzare delle
potenzialità altrimenti sconosciute o al massimo intuibili. Attraverso
losservazione di una persona diversamente abile che si muove in acqua, si
possono elaborare meglio delle strategie di lavoro, dei piani di trattamento da
far svolgere fuori dall'acqua, poiché sarà possibile far luce su quelle che
sono le sue effettive e residue capacità motorie.
Non si può negare che lacqua sia lunico ambiente, facilmente accessibile, in
cui poter studiare lesecuzione del movimento in parziale assenza di gravità.
Questo fatto mette in mano ai fisioterapisti e terapisti della neuro e
psicomotricità delletà evolutiva (TNPEE) un nuovo,antico, strumento,
lacqua, in cui poter far svolgere tutta una serie di esercizi terapeutici e
di modalità esecutive, relativamente alle variazioni di assetto, che potranno
sicuramente sostenere e rafforzare lefficacia della pratica riabilitativa
svolta a terra. Soprattutto lavorando con pazienti lesi spinali, crediamo sia
indispensabile avere una conoscenza reale delle capacità del soggetto.